di Annunziata D’Alessio*
Per onorare i giorni più freddi dell’anno un esercizio del cuore ma anche un esercizio di stile e di memoria attraverso il bene della vista
Su "Il Giornale del Molise" 25 gennaio 2024
I luoghi che abitiamo ai piedi delle nostre montagne sono luoghi duri, difficili che non fanno da guanciale ai sogni dell’animo umano. Sono da sempre più i luoghi naturali dei boschi, delle vallate, degli uccelli, delle volpi, un tempo lontano dei lupi e oggi dei cinghiali …insieme alla solitudine del cuore. Quella solitudine che se non si osa sondare si può però immaginare, fatta di “nuvole e fango”! Così mentre il rigido inverno incalza con lei, nei mesi di gennaio e febbraio il mio spirito si muove alla finestra e la vede alloggiare in giardino prima di me (…che in genere sopraggiungo più tardi sospinta da Zefiro!).
A dissolverne la forma e a mutarla da tomba in penisola sono i timidi sposi in livrea nera, piccoli protagonisti dal becco giallo di miti e leggende popolari: i merli e le merle di un racconto antico con lo spauracchio tradizionale dei loro tre giorni famigerati…Venuti fuori dai corridoi delle siepi disadorne, mi aiutano a riavvolgere il tempo dilatato nel buio dell’inverno. Li vedo lì, sono nel prato desolato simili a un pietoso miraggio, pronti per la loro danza, illuminati dalla fiaccola d’Imeneo.
Questo è il preciso periodo dell’anno in cui escono dal silenzio di piombo e cinti d’Afrodite si preparano all’amore fra cielo e terra, in un Eden che io ho la fortuna di dividere con loro come queste pagine che ho la gioia di condividere con voi, cari lettori, per farne altro di più: fango e nuvole pari a dire prosa e poesia in una pura dichiarazione d’intenti lungo il corso di un adagio tracciato dall’inchiostro.
*poetessa